SLANT/
SLANT/
da un racconto di Diego Federico Porfiri
regia teatrale e testi Giacomo Lilliù
con Giacomo Lilliù, Alessandra Penna, Nicholas Tiranti
regia e montaggio video Matteo Lorenzini, Giulia Pacioni, Piergiovanni Turco
direttore della fotografia e operatore video Andrea Cagno
disegno del suono e musiche originali Alessandro Graciotti, Diego Federico Porfiri
allestimento scenico Lodovico Gennaro
disegno luci Angelo Cioci
assistente alla regia Leonardo Recanatini
ufficio stampa Ilaria Mazzieri
produzione Collettivo ØNAR in coproduzione con MALTE
residenza Nottenera 16/17 in collaborazione con ExFrantoio_TiVittori
si ringraziano AMAT, Loop Live Club, Tipografia Luce e Anna Caramia
selezionato come finalista a GAME 3
Un Lui. Una Lei. Il teatro. Il video.
L’ultimo fumo di un mozzicone. Uno sparo al rallentatore.
SLANT/ è l’opera prima di Collettivo ØNAR, risultato di ricerche parallele e continue sulla composizione scenica, videoartistica e musicale iniziate nel 2015. Nucleo primordiale del lavoro è distruggi il quinto muro/diagonale/apri le gambe sensualmente, racconto inedito di Diego Federico Porfiri che i diversi settori del Collettivo hanno processato in una drammatizzazione delle dinamiche fra teatro, video e musica, lasciando che i media dialogassero fra accordi e dissensi, lapsus e non sequitur.
Da una parte, la performance teatrale, in cui compaiono tre figure: una coppia, un Lui e una Lei muti e irrequieti, e un’Ombra, una presenza maldestra e inquietante che, garante della rappresentazione, ingabbia gli altri due in una storia sommessa, forse già finita, forse mai iniziata. Sul lato opposto, un proiettore spalanca un video sul fondale, una finestra che dà su un altro mondo, luminoso, immaginifico, onirico, in cui ritroviamo un Lui e una Lei che sono e non sono gli stessi che troviamo sul palco.
Ma tutti i confini sono destinati a inquinarsi a vicenda, tutti i riflessi a ribaltarsi annegando l’uno nell’altro, tutte le finzioni a trasudare realtà come acqua marcita. Il racconto si sfoca in incoerenze e miraggi, mentre le voci della coppia si frammentano fra microfoni indiscreti e le registrazioni interrotte di un mangianastri: tutti indizi che restituiscono un enigma complesso, perturbante, sopra cui un tappeto sonoro (eseguito dal vivo) incombe come la promessa di una catastrofe.
SLANT/ indaga lo scarto e la contaminazione, l'interferenza e la connessione fallita. È un gioco di specchi che si guardano a vicenda restituendo il niente. Pure, inconsapevolmente, tentano di parlarsi. E allora basta che fra di essi si insinui il raggio di "una certa luce in Tralice" che “All’Ombra – mozza il Fiato” per rivelare la voragine che si apre, la bellezza attonita del loro discorso impossibile.