La politica insegnata a mio nipote
LA POLITICA INSEGNATA A MIO NIPOTE
Romanzo di Formazione Europa
Nino era comunista, Franco era comunista, Loredana figlia di un comunista, Maria Grazia figlia di un repubblicano, Angelo era socialista figlio di socialista, Oreste socialdemocratico, Benito sindacalista della CISL, Lilli era radicale, Linda era antifascista, Piero democristiano, Giambattista democristiano, Giancarlo era missino.
In principio era la Politica. Poi la radicalizzazione ha disintegrato le speranze, le distopie hanno sostituito le utopie, la storiografia ha celebrato la fine della Storia, la Democrazia è stata contraddetta, il concetto di Politica saltato.
W.I.S.E. è nato da un confronto europeo su questi temi. Nell'arco di sei mesi oltre sessanta testimoni delle generazioni centrali del Novecento sono stati interpellati in quattro paesi scelti in base alla loro rappresentatività geografica (Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia) sulla loro biografia politica.
Le storie dei testimoni inquadrano momenti storici che sottolineano il percorso della democrazia in scala europea. La prospettiva dei protagonisti consente di scendere dietro le apparenze della Storia ufficialmente tramandata, per indagare i nessi e gli effetti che le scelte dei singoli inevitabilmente comportano.
L'idea partecipativa che sottende il tutto ha spinto a strutturare le serate di spettacolo in due momenti separati: il primo, di vero e proprio spettacolo, talora con il coinvolgimento in scena degli stessi testimoni, il secondo, di pubblico forum, per permettere a spettatori, testimoni e artisti di condividere l'esperienza e confrontarsi sui temi emersi attraverso le singole drammaturgie.
I capitoli dedicati all'Italia sono:
Capitolo I – IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA
di Sonia Antinori
regia Heidrun Kaletsch
con Andrea Caimmi/Desirée Domenici, Fausto Caroli/Giacomo Lilliù, Giulia Salvarani
disegno luci Francesco Dell'Elba
consulenza musicale Slate
Il Capitolo I racconta la generazione dei bambini di guerra, nati all'ombra dell'Impero, la paura come fondamento esistenziale, il bisogno di pace come scintilla per il riscatto politico e sociale, le radici di un movimento europeo che fosse custode di una nuova epoca di fraternità. Data la dimensione epica, la forma del lavoro è corale; il testo, una partitura di voci che corrispondono alle linee delle personali tensioni di miglioramento. Lo spettacolo prevede il coinvolgimento in scena di alcuni testimoni.
Capitolo IX – LA GOCCIA SCAVA LA PIETRA
di Sonia Antinori
regia Heidrun Kaletsch
con Roberta Biagiarelli e Andrea Caimmi
disegno luci Francesco Dell'Elba
Il secondo capitolo italiano è dedicato alla funzione della Magistratura nel percorso di democratizzazione del Paese. Concepito in base alle testimonianze di due protagonisti della Giustizia indipendentemente attivi nella riforma di uno strumento di potere per molto tempo costretto dai retaggi fascisti e liberamente costruito come un episodio di fiction, racconta l'incontro tra un ex magistrato e una detenuta eccellente, condannata per corruzione, dopo la scoperta di un patrimonio milionario frutto di illeciti nel campo della malasanità. In un dialogo serrato, lo scontro tra due opposte visioni in un paese spaccato. In rispetto all'idea evolutiva che informa l'intero arco di narrazione, il capitolo IX costituisce un momento intermedio, in cui vengono esplorati i limiti della singola azione umana nell'andamento della grande Storia.
Capitolo XII – HO FATTO NAUFRAGIO, BENE HO NAVIGATO
di Sonia Antinori
regia Heidrun Kaletsch
con Sonia Antinori
disegno luci Francesco Dell'Elba
consulenza musicale Slate
L'ultimo capitolo, basato sul racconto di un testimone milanese, costituisce l'ideale culmine dell'intero viaggio nella coscienza di un continente. Nel testo teatrale la sua biografia viene ricostruita da una figlia alle prese con una figura paterna scomoda e politicamente controversa. Il suo monologo ripercorre gli anni del dopoguerra nell'orizzonte utopico della meglio gioventù sessantottina, e finisce per delineare un apice di consapevolezza, raggiunto al prezzo di un percorso individuale accidentato e doloroso, attraverso le tappe dell'impegno e della radicalizzazione in una Italia spezzata da terrorismi di destra e di sinistra, scossa dai tumulti della politica e dagli attacchi di imperscrutabili poteri strategicamente organizzati. Gli anni di piombo fanno da sfondo a una storia intergenerazionale in cui la questione politica coincide con il dubbio su come abitare il mondo e la propria esistenza.